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Nuova tregua fiscale: stralcio, regola del 5+5 e liti pendenti

Sono numerose le tematiche trattate dalla manovra economica licenziata dal Governo lo scorso 21 novembre 2022, proposta ora al vaglio del Parlamento. Il taglio al cuneo fiscale, la flat tax, le pensioni e il reddito di cittadinanza sono solo alcuni dei punti toccati. Tra questi, in materia fiscale, copre una notevole rilevanza la questione legata alla “rottamazione delle cartelle esattoriali”.

Cartelle sotto i mille euro

Il disegno della manovra finanziaria prevede la cancellazione di tutte le cartelle di importo inferiore ai 1.000 euro notificate a partire dal 2010 fino al 31 dicembre 2015. Diversamente, quelle di pari importi consegnate all’Agente della riscossione a partire dal primo gennaio 2016 sono escluse. Tuttavia, è possibile saldare il debito versando esclusivamente l’imposta, al netto quindi di sanzioni e interessi. La ratio dietro la scelta dello stralcio, ha spiegato il vice ministro dell’economia e delle finanze, Maurizio Leo, risiede nella enorme mole di tali debiti, (circa 1.132 miliardi) e sulla inesigibilità della gran parte delle Cartelle: solo il 6-7% sono riscuotibili, la restante parte fa capo a imprese fallite o a contribuenti non più in vita.

Ruoli sopra i mille euro

Le cartelle con importi superiori a 1.000 euro, consegnate fino al 30 giugno 2022, potranno essere saldate versando esclusivamente l’imposta, senza alcuna maggiorazione, con il vantaggio della possibilità di rateizzazione in 5 anni.

Regola del 5 + 5

Per tutti gli atti non ancora divenuti cartella esattoriale, le disposizioni cambiano. Agli Accertamenti con Adesione, quindi prima dell'instaurazione del contenzioso tributario, viene applicata la regola secondo cui bisognerà versare l’intera imposta con una sanzione del 5%, rateizzata in 5 anni.


“Mini-condono” per il biennio Covid

È previsto, infine, un piccolo “sconto” per coloro che non hanno ancora versato quanto dichiarato in riferimento al biennio 2019-2020: in caso di avviso bonario con il quale il Fisco avvisa il contribuente di regolarizzare un eventuale scostamento tra quanto dichiarato e quanto effettivamente versato, questi dovrà provvedere a versare l’intera imposta con una ulteriore sanzione ridotta al 3%, sempre accompagnata dalla possibilità di rateizzazione. Tale opzione è stata pensata proprio per agevolare tutti i contribuenti che non sono riusciti a versare quanto dichiarato a causa delle difficoltà imposte dalla pandemia.



Definizione agevolata delle liti pendenti

L’ultima tematica toccata dalla proposta di manovra riguarda la possibilità di chiudere in maniera agevolata le cause in corso con il Fisco, tramite il pagamento di un importo pari al valore della controversia, con esclusione di interessi e sanzioni. Le opzioni sono tre:

  • in caso di ricorso pendente iscritto in primo grado la controversia può essere chiusa con il pagamento del 90% del valore;

  • in caso di soccombenza dell'agenzia delle Entrate in primo grado tramite il pagamento del 40% del valore;

  • in caso di soccombenza nella pronuncia di secondo grado tramite il pagamento del 15% del valore.

A queste se ne aggiunge una quarta che rappresenta la vera novità rispetto alle precedenti disposizioni, già in vigore dal 2019: il potenziamento della conciliazione giudiziale, tra ente impositore e contribuente, che prevede una drastica riduzione della sanzione da versare, fissata al 5% del valore, accompagnata anche in questo caso dalla possibilità di rateizzazione in 5 anni.





Fonti:




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